SUP in inverno e mute drysuit, why not?


Grande inverno sta arrivando!!! È una delle frasi più celebri Della serie “Il Trono di Spade”, ma mai come in questo momento questa frase fu più azzeccata! E noi #gentecherema cosa facciamo in questo periodo? Disperiamo, perché non riusciamo più ad uscire solo col costume e la maglietta! Quindi è arrivato il momento di elaborare soluzioni per continuare a divertirci sulla nostra tavola limitando sbattimenti e freddo e aumentando il divertimento.

Testo: Simone Tugnoli Peron

Foto: Delta SUP



Tanti, soprattutto gli ultimi arrivati, mettono l’attrezzatura nel ricovero invernale (in genere un garage umido e freddo) per rispolverarla a primavera col disgelo. Altri invece, forse sono rimasti solo quelli della vecchia guardia come me, si adattano e sopravvivono, e pur di portar a casa quel paio di uscite e/o allenamenti settimanali sono disposti a escogitarle tutte.



Le strategie possono essere tante: allenarsi nelle ore più calde, vestirsi con 200 strati diversi come una cipolla, usare “scaldotti” dai nomi strani, continuare ad indossare mute in neoprene con lo spessore sempre più grande, …oppure usare una drysuit.



Ma partiamo dal principio. La prima muta “stagna”, cioè che non fa passare l’acqua, che io ho usato ai tempi in cui mi dilettavo col windsurf circa 7 o 8 anni fa era 6.5mm di solido neoprene con una vistosa (e scomoda) cerniera stagna sulle spalle che non faceva passare l’acqua. Il tutto era stato immerso dal fabbricante in una soluzione plastificante che la rendeva totalmente stagna; in entrambi i sensi però!!! Infatti se per il windsurf funzionava perché il sudore ed il calore prodotto durante la sessione di allenamento non erano cosi eccessivi, per il SUP dopo neanche 500 m con una muta del genere ci si ritrova immersi in un bagno di sudore. Quindi, un po’ come tutti quanti, all’inizio mi sono adattato alle mute in neoprene, preferendo sempre quelle leggere oppure le long john che permettevano di mantenere una certa mobilità almeno nella parte superiore.



Poi, un’estate di 3 o 4 anni fa, alla gara di Grado ho conosciuto e toccato con mano la drysuit di Stand Out Sup Wear. Era una cosa totalmente diversa da ciò che avevo indossato fino a quel momento: leggera, comoda, non fasciante, e una volta appallottolata non è più grande di un pallone da calcio.

Ma veniamo un po’ all’anatomia di una moderna drysuit da SUP: un tessuto tecnico trilaminato, con polsini, cavigliere e a volte collo in tessuto di neoprene impermeabile, una cerniera stagna ma leggera sulla schiena o sul petto.



Sebbene le drysuit siano concettualmente simili, prima di acquistare un prodotto dovete sempre valutare alcune cose. Il tessuto trilaminato (per intenderci tipo Goretex, ndr) ha fondamentalmente due caratteristiche: traspirabilità ed impermeabilizzazione. La traspirabilità si misura in grammi di acqua sotto forma di vapore che in 24 ore passa in media attraverso una superficie di 1 m2 di tessuto. L’unità di misura della traspirabilità è g/m2die. L’impermeabilità (waterproofness) invece, viene stabilita ponendo il tessuto al di sotto di una colonna d’acqua di diametro 10 cm, che insiste per 24 ore sul tessuto stesso. La colonna d’acqua viene fatta crescere fino a quando il liquido riesce ad attraversare il tessuto.

Va da sé che, solitamente a parità di tessuto, più è traspirante e più il tessuto è leggero, più è impermeabile più il tessuto è pesante. La “pesantezza” del tessuto però non sarà mai come una muta in neoprene, soprattutto se bagnata. Nelle peggiori ipotesi si sta sul kilogrammo.


Quale che sia la soluzione più giusta per le vostre esigenze, just go SUP!

Sinceramente da quando ho cominciato a portare le drysuit, nel periodo invernale le porto costantemente per qualsiasi sport acquatico, anche nelle onde e con il windsurf. Molti ancora pensano che questo abbigliamento sia poco resistente o che si possa rompere, ma vi assicuro che i moderni tessuti, oltre a lasciarci liberi di muoverci come se pagaiassimo in costume, sono forti, resistenti e soprattutto hanno un range di utilizzo ampissimo. La regolazione fondamentale la facciamo noi regolandoci con l’abbigliamento che indossiamo sotto la muta: quando la temperatura è fresca, maglietta traspitante e costume possono essere più che sufficienti. Quando la temperatura diventa più rigida, è consigliabile indossare intimo tecnico come quello da corsa invernale o da sci! Invece con le mute umide tradizionali devi almeno possederne 2 -3 tipi da 1 a 4-5-6 mm!


Quando si parla di onde però, una buona muta umida rappresenta la soluzione più pratica

Ultima cosa da non trascurare, che per me è fondamentale, è la velocità di lavaggio e asciugatura. quante volte siete andati in acqua il giorno dopo con la muta ancora bagnata? Io da quando utilizzo una Drysuit mai più! Quindi nonostante un prezzo d’entrata leggermente più alto rispetto ad una muta umida (anche se come abbiamo visto forse dovreste fare la somma dei costi di almeno 2 mute, ovvero una 3-2 mm e una 4-5 mm!) per me è diventato un accessorio indispensabile, mai più senza!

Ci sarebbero moltissime altre cose da scrivere, ma preferisco fare uno schema riassuntivo in una tabella in modo da non annoiarvi!

Buone remate, anche in inverno!!!

 

 

Muta umida Muta Stagna
PREZZO Da 200€ circa Da 450€ circa
MATERIALE NEOPRENE LAMINATO
GESTIONE ROTTURE Può essere utilizzata anche in presenza di piccole rotture/buchi. La riparazione è spesso semplice e si può sistemare autonomamente. Non è possibile utilizzarla! Può diventare pericolosa. Va categoricamente inviata in casa madre per una riparazione a regola d’arte.
GALLEGGIAMENTO Il neoprene ha una importante spinta di galleggiamento che si va ad aggiungere a quella di un eventuale aiuto al galleggiamento (salvagente) Nessun galleggiamento (eventuale aria all’interno è da fare uscire appena si indossa la tuta stagna). Consigliato l’uso di un adeguato aiuto al galleggiamento in base alla attività svolta.
CONTATTO CON L’ACQUA Il contatto con l’acqua è parziale ma il neoprene mantiene la temperatura del corpo. Isolamento totale dall’acqua, tranne sui punti non protetti (solitamente testa e mani). Questo consente l’utilizzo in sicurezza anche in acque contaminate.
PROTEZIONE  DAGLI URTI Ha una funzione protettiva in caso di urti di piccola-media entità. Non da nessuna protezione contro gli urti, si possono eventualmente indossare delle protezioni esterne o interne. In caso di utilizzo protezioni interne verificare che la muta stagna abbia dei rinforzi in Cordura, altrimenti si danneggerà facilmente.
COMFORT Difficoltà e resistenza nei movimenti. L’affaticamento sarà maggiore. Libertà dei movimenti ai massimi livelli. Perfetta soprattutto per utilizzi prolungati.
TERMOREGOLAZIONE Facilmente ci si può trovare in iper sudorazione. In caso di sosta e muta bagnata il vento potrà raffreddarvi in pochi minuti! Termoregolazione ottimale grazie alle membrane traspiranti, abbinata a un abbigliamento termico adeguato alla stagione.
UTILIZZI Utilizzo limitato in base allo spessore del neoprene (es. un 6mm di spessore non andrà mai bene in caso di temperature alte e un 3mm non andrà bene con temperature basse) Range di utilizzo ampio in base al tipo di abbigliamento termico indossato.  Le prestazioni sono  proporzionali alla qualità e caratteristiche dei tessuti. Verificare sempre la qualità dei tessuti, per esempio i dati inerenti alla impermeabilità e traspirabilità.
BISOGNI FISIOLOGICI Spesso è impossibile fare i propri bisogni fisiologici indossando una muta. Permette quasi sempre di fare con facilità i propri bisogni fisiologici, questo vale anche per le donne se utilizzano Drysuit disegnate appositamente per i gentil sesso. Un vantaggio da non trascurare soprattutto per attività che durano molte ore.

 

 

 

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