Suppista Of The Week: Roberto Mandoloni

Roberto Mandoloni è uno dei pionieri del nostro sport, è un punto di riferimento del SUP race sulla costa adriatica e uno dei più grandi promotori della nostra disciplina. Negli ultimi dieci anni ha indossato le vesti di atleta, quelle di istruttore, quelle di organizzatore di eventi e quelle di membro del direttivo di alcune associazioni di SUP. Attualmente oltre ad allenarsi per raggiungere i suoi obiettivi sportivi mette la sua esperienza al servizio di grandi e piccini aiutando il movimento del SUP Race a crescere sempre di più.

In questa intervista ci racconta qual è il suo modo di vivere il SUP e quanto sia importante pensare alle nuove generazioni di suppisti per costruire basi solide per il nostro sport. Buona lettura!


Intervista raccolta dal nostro Paolo Marconi


Sei uno dei pionieri del SUP RACE e la tua esperienza ti ha portato a gareggiare in tutta Italia negli ultimi dieci anni, quale è la tua più grande motivazione che ti stimola a continuare ad allenarti e a essere sul pezzo da così tanti anni?

Ciao Paolo, grazie di questa intervista! La mia più grande motivazione è la continua ricerca del benessere fisico e psichico. La voglia di migliorare me stesso, “invertire l’invecchiamento” come mi piace ripetermi e che come un mantra si ripercuote in ogni aspetto della mia vita.


 


Oltre alle gare ti sei sempre dedicato alla promozione del SUP. L’associazione Romagna Paddle Surf con la quale collaboravi ha fatto un po’ la storia del SUP Italiano, organizzando alcuni degli eventi più belli e partecipati. Nell’ultima stagione ti abbiamo visto molto impegnato ad allenare grandi e soprattutto piccini, trasmettendo la tua passione per il nostro sport. Quali sono i tuoi progetti futuri per quanto riguarda l’insegnamento e la promozione del SUP RACE?

Si, per me la promozione è sempre stata e continua a essere fondamentale. Di Romagna Paddle Surf sono stato socio fondatore assieme a Urbano (Nautica Urban) e presidente per tanti anni, portando le mie idee e la mia visione all’interno del direttivo. Ora le nostre strade si sono divise e continuo a fare quello che so fare con Romagna SUP School, scuola romagnola di Italian Sup League. Facciamo corsi per giovani di tutte le età dai 3 ai 100 anni e organizziamo eventi! Quest’anno con ISL abbiamo organizzato a Igea Marina la finale della Coppa Nazionale Csen e abbiamo già programmato la gara del 2021 a giugno. Chissà che l’inverno non ci porti in dote un bel circuito!

La nostra mission è nata in pieno “Lockdown”. Volevamo fare qualcosa anche per i più giovani, così duramente colpiti dalle misure restrittive. E’ stato incredibile quello che ci siamo trovati dinnanzi: decine di adulti, bambini e ragazzi entusiasti che non vedevano l’ora di iniziare a pagaiare insieme! Abbiamo lanciato un nuovo Hashtag che sintetizza la nostra fiosofia: #lafabbricadeisorrisi. Il nostro sport è libertà, benessere, palestra di vita. La mia impronta poi è ben visibile nella grinta che i 22 tigrotti della squadra agonistica mettono all’interno della propria muta, incuranti delle temperature rigide del medio alto Adriatico, e il bello deve ancora venire!



Lavorare con gli atleti più giovani trasmette una grande energia che si riversa anche nelle tue performance, i tempi degli allenamenti che condividi sui social sono di tutto rispetto. Quali sono i tuoi obiettivi personali nel SUP RACE? 

Si è proprio vero Paolo, quello che abbiamo dato è tornato indietro in termini di amore, amicizia, stima rispetto, energia.

Dal punto di vista dei miei obiettivi personali nel race ne ho solo uno: 10 km in meno di un’ora! Vedo gli altri atleti come amici e compagni di viaggio. Condividere le tracce è uno stimolo incredibile per me. Ho da poco ritoccato il mio record sui 5 km, 6’08”km, so che ce la posso fare, poco importa anzi meglio se i giovani fortissimi atleti viaggiano già sotto i 5’50”/km, spero di essere un esempio di costanza e determinazione per loro!



 In passato sei stato nel direttivo di FISURF, la vecchia federazione, e adesso fai parte di ISL con il quale collabori per organizzare un circuito nazionale di gare di tutto rispetto. Quale è la tua opinione sul SUP RACE federale in Italia e come vedi il futuro del nostro sport nei prossimi 5 anni? 

Ho sempre voluto dare il mio contributo anche a livello organizzativo per lo sviluppo dello sport, facendolo dal punto di vista dell’atleta, come diciamo con l’amico fraterno Giorgio Magi della #gentecherema. In Fisurf avevamo raggiunto ottimi risultati, pur non essendo una federazione. Con Italian Sup League di nuovo abbiamo cercato di portare prima di tutto il punto di vista dell’atleta senza mai smettere di confrontarci e metterci in discussione per migliorarci. Ora, forse complice l’età, abbiamo decisamente svoltato verso i giovanissimi: assieme a Nicola Masci e Andrea Verdecchia del Surfing Sport Pescara e a Mario Tagarelli dell’Asd Kitesurf Taranto abbiamo organizzato senza bandiere il primo evento in Italia di SUP Race totalmente dedicato agli Under 18, portando a Pescara in piena epoca Covid quasi 50 tra bambini e ragazzi che hanno battagliato con tavole uguali. Per noi questo è il futuro!

La domanda sulla Fisw è scomoda ma non mi tiro indietro, ci conosciamo da oltre 10 anni e sai che non ho peli sulla lingua. Fisw è una grande Federazione multidisciplinare, credo che debba lasciare la promozione ai club e collaborare con gli Enti di promozione sportiva, concentrandosi su quello che dovrebbe fare la federazione: crescita dei giovani di interesse nazionale, crescita dei tecnici, gestione della nazionale e campionato italiano. Per fare questo, ritengo ci sia bisogno dell’ingresso di nuovi tecnici da selezionare tra quelli che hanno esperienza nel campo. Si, credo proprio che servano persone nuove all’interno della federazione… e 50€ per la tessera agonista sono francamente troppi se vuoi crescere coi giovani!



Hai qualche consiglio per i giovani suppisti che vogliono dedicarsi in modo agonistico al SUP RACE?

Il mio consiglio è di continuare a imparare, sempre. Essere grati ai propri maestri, pagaiare con costanza e accettare serenamente le sconfitte, anzi considerare queste uno step necessario per migliorarsi e raggiungere il successo.



Grazie mille a Roberto per la sua disponibilità e per averci raccontato il suo modo di vivere e promuovere il SUP. Speriamo di rivederci presto in acqua al più presto!

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