Intervista a Caterina Stenta

Dopo l’intervista a Claudio Nika di qualche giorno fa (leggi l’intervista a questo link), per festeggiare la giornata internazionale della donna abbiamo contattato l’atleta azzurra più medagliata del sup italiano: Caterina Stenta, che ha condiviso con noi le emozioni vissute ai recenti mondiali dove si è attestata tra le prime tre atlete al mondo nella gara sprint (leggi il report dei mondiali a questo link) e ci ha rilasciato molti spunti e consigli per crescere nello sport e nella vita, così come le sue prossime avventure.

 

Attimi prima della finale Sprint a El Salvador

Ciao Caterina, innanzitutto complimenti per la stagione passata: ti abbiamo visto consacrarti tra le atlete più forti del mondo, sia in Euro Tour che ai campionati del mondo ICF (leggi il report a questo link) in Cina e ISA in El Salvador (leggi il report a questo link), da dove sei tornata con un’importante medaglia di bronzo nelle sprint. Ti aspettavi questi risultati?

Ciao a tutti i lettori di Sup News Mag! Grazie mille. Agli ISA devo dire che sono andata senza grandi aspettative, soprattutto negli sprint, dato il formato nuovo e tecnico rispetto allo scorso anno e soprattutto dato il giro di boa dal mio lato “debole”.
Forse come scudo per evitare eventuali delusioni, dentro di me non pensavo fosse facile arrivare al podio negli sprint e la medaglia di bronzo è arrivata abbastanza inaspettata. Per quanto riguarda le altre gare, quest’anno ho cercato di prepararmi al meglio e mi sono dedicata quasi solo al SUP, a parte seguire anche i miei allenamenti in windsurf, sono stata abbastanza metodica coi miei allenamenti, alimentazione, routine ecc ecc e volevo confrontarmi con le atlete più forti al mondo per capire a che punto ero. In generale mi aspettavo di migliorare rispetto al 2018 ma alcuni risultati non pensavo di raggiungerli così presto. In particolare Parigi dove nonostante due settimane di fuoco alle spalle, e la stanchezza del viaggio, sono entrata nella top 5 nella long distance e negli sprint con delle atlete fortissime.
Ho avuto anche delle delusioni durante la stagione, a Scharbeutz per esempio dopo la gara volevo sparire e ho avuto bisogno di qualche settimana per riprendermi e capire come mai avevo fatto così male, ma penso che mi sia servita da lezione, per imparare a non dare niente per scontato e non vivere sugli allori dopo alcuni bei risultati.

Caterina Stenta in gara a El Salvador dove ha raggiunto un 3° posto sprint

 

2) Questo 2020 si preannuncia come un anno importante, sono uscite da poco le date di Euro Tour (leggi qui il calendario Euro Tour) e di App World Tour (leggi qui il calendario App World Tour), e presto dovremmo avere anche il calendario nazionale. Come ti stai preparando per questa nuova stagione?

Aiuto, manca sempre meno! Dopo la stagione di gare mi sembra di avere chissà quanto tempo per prepararmi con calma invece di colpo mancano neanche due mesi per l’inizio della stagione. Dopo l’ultima gara a Parigi l’8 dicembre, ho fatto un mese di pausa dal SUP. Non ho smesso di allenarmi ma ho fatto altro semplicemente per piacere, ho fatto e sto ancora facendo tanto sci alpinismo, che adoro, e corsa. E un mese fa ho ripreso gli allenamenti in Sudafrica, dove ho cercato di combinare windsurf e sup. E ora continuo concentrandomi un po’ di piu’ sul SUP.

Caterina in azione nella pool di Parigi dove si è affermata nella top 5

3) Nel 2019 ti abbiamo visto gareggiare sia ai campionati del mondo ICF (leggi il report a questo link) in Cina, dove hai raggiunto la top 5 femminile, sia aiMondiali ISA in El Salvador (leggi il report a questo link), dove hai raggiunto la top,dove nelle sprint hai tinto di bronzo la nazionale italiana. Che differenze hai visto tra i due mondiali? secondo te si riuscirà in futuro a vedere il sup sotto un’unica bandiera?

Quest’anno è stato un anno interessante dal punto di vista delle federazioni, col primo mondiale ICF e il mondiale ISA annunciato con un solo mese di anticipo. Nonostante la buona organizzazione dell’ICF con largo anticipo a contrario dell’avviso last minute dell’ISA, continuo a pensare che il mondiale ISA sia stato positivo per il SUP e sono stata molto contenta di farne parte. Lo spirito di squadra che c’è nell’ISA è quello che rende speciale questo mondiale, in uno sport dove di solito si gareggia solo individualmente, sentirsi parte di una nazionale e gareggiare in una squadra, è un aspetto molto positivo secondo me. Nell’ICF non c’era questo spirito, e l’ho vissuta piu’ come una gara individuale come altre.

Per quanto riguarda le gare, l’ISA è stata molto piu’ tecnica, e molto piu’ concentrata sulle capacità tra le onde, mentre l’ICF è stato, almeno quest’anno, tutto in acqua piatta.

All’ICF negli sprints e nella long sono stati fatti degli errori tecnici, come mettere delle linee di boa solo per alcuni, o cambiare il programma di gara fino a pochi secondi prima della partenza, che hanno creato più di qualche lamentela da parte degli atleti, ma penso sia normale sbagliare in un evento nuovo e anzi è dagli errori che si impara. In un futuro secondo me continuerà l’ISA a tenere il Sup ma non penso che altre gare, altre federazioni e nuove discussioni in questo momento del Sup facciano male allo sport.
 

Il 25 novembre Caterina ha festeggiato il suo compleanno con la nazionale italiana a El Salvador

4) In Italia è diversi anni che ti affermi come la più forte ai campionati italiani assoluti, ma dietro di te abbiamo visto finalmente tante giovani atlete che stanno crescendo seguendo il tuo esempio. Che consiglio daresti loro affinchè riescano a portare avanti la passione del SUP facendola conciliare con lo studio ed il tempo libero?

Sì, quest’anno ho visto crescere il numero di atlete alle gare in Italia e si sta formando una buona competizione. La cosa piu’ importante che direi a tutte quante le atlete che fanno Sup in Italia è di vedere l’allenamento come uno stile di vita divertente, come una routine che ti diverte e ti fa star bene e da là poi che tutto viene fuori. A volte gli allenamenti sono duri e non sembrano divertenti, quindi consiglio di non prenderli troppo seriamente, se si segue un programma o una routine va bene, ma è ancora meglio rompere la routine, fare altre cose, cambiare e tenere l’allenamento vario e divertente. Per esempio stare tra le onde, fare surf sia col race che col wave, fare anche altri sport che ti formano, tutto ciò ti da delle capacità in piu’ che servono molto.

Caterina al salone nautico di Parigi

5) Il Sup sta diventando uno sport sempre più da specialisti, con distanze brevi, lungheintermedie. Ti abbiamo visto andare forte in qualsiasi condizione, come ti prepari per farti trovare pronta in competizioni atleticamente così differenti? Pensi che in futuro ci saranno atlete che si focalizzeranno solo su una disciplina o secondo te è importante mantenersi in
forma per ogni tipo di gara?

Bella domanda, neanch’io so bene come prepararsi bene per tutte le discipline, anzi penso che in fondo sia impossibile prepararsi al massimo sia per i 200m sprints sia per le lunghe distanze. Si usano muscoli e fibre diverse nelle due discipline. Detto ciò penso sia divertente mettersi alla prova in tutto e a seconda della stagione e del periodo di gara, ci si puo’ preparare al meglio per un evento e specializzarsi in vista di una particolare gara. C’e`chi magari come Michael Booth è una macchina nelle long e negli sprints non ha mai fatto bene, chi come Arthur Santacreu puo’ vincere
un oro nelle sprints ma non ha mai primeggiato nelle long, ma c’è anche chi riesce ad allenarsi per tutte e due ed essere un atleta forte in entrambe, dipende da ogni atleta. A me personalmente piace mettermi alla prova in entrambe, negli sprint ho scoperto di essere forte in Cina 2018, dove non sapevo che avrei potuto raggiungere l’argento, ma mi stanno piacendo sempre di piu’ anche le gare lunghe e di resistenza e ogni gara sto imparando qualcosa di piu’. Penso che in uno sport relativamente piccolo come il Sup, non ci sia ancora spazio per focalizzarsi solo su una disciplina, ma penso che sia bello così, variare e così vedere anche la completezza di ogni atleta. E personalmente penso sia bello e stimolante mettersi alla prova in varie discipline.

Caterina in azione tra le onde di El Salvador

 

6) Ti seguiamo nei tuoi viaggi di allenamento e competizione, sia di Sup che di windsurf, dalle Isole Canarie al Sud Africa. Quanto è importante per un’atleta come te essere in grado di adattarsi in qualsiasi situazione e saper parlare tante lingue?

Grazie per seguirmi nei miei spostamenti. In Sudafrica ci sono andata soprattutto per stare tra le onde sia col SUP che col Windsurf e per continuare a migliorare tra le onde. Alle Canarie ci vado per lo stesso motivo, per stare in condizioni del mare diverse in modo da variare sempre gli allenamenti. Sicuramente è importante stare nell’oceano come dice il detto “a calm sea never made a good sailor”. Per questo anche se Trieste è ottima per allenarmi perchè posso saltare in acqua a 5 minuti a piedi da casa, e sono vicina ai monti sia per correre sia per fare sci alpinismo, cerco di muovermi e variare. Anche se ultimamente mi pesa sempre di più allontanarmi dalle montagne (per questo non sono ancora alle Canarie come avete visto!).

Viaggiare mi aiuta anche come dici ad adattarmi ad ogni situazione, mi ambiento molto facilmente in ogni nuovo posto e condivido case, alloggi e viaggi molto tranquillamente. Questo penso che mi aiuti ad essere comoda in ogni ambiente e a non farmi stressare troppo dalle situazioni, soprattutto in gara. Sapere le lingue mi aiuta a legare amicizie facilmente e trovarmi bene non solo con gli italiani.

Il podio sprint a El Salvador 2019 con Caterina medaglia di bronzo

7) Tra le tue influenze che ti hanno portato dove sei oggi, c’è qualche atleta o persona a cui ti ispiri?

Sì, ci sono alcuni atleti in Italia che mi hanno aiutato ad arrivare dove sono adesso, sia spingendomi a fare Sup sia credendo in me e motivandomi prima delle gare e che mi aiutano a credere in me stessa. Tra questi alcuni sono Cornelia Rigatti e Amicinuotoriva, la famiglia Dal PontLeonard Nika, Elia Rossetti, la Federazione Fisw, Paolo Marconi e Susak Molinero e tanti altri. A livello internazionale ci sono atleti che mi ispirano per il loro entusiasmo, positività e voglia di condividere e con cui durante questi anni di gara sono diventanta amica e ho condiviso gare e trasferte, tra questi Fiona Wylde, Sonni Honscheid, Tarryn King, Amandine Chazot, Petronella Van Malsen.

Poi al di fuori del Sup leggo abbastanza storie e biografie di atleti di montagna e alcune volte mentre mi alleno cerco di farmi ispirare da loro.

 

In piedi sulle onde è uno stile di vita per Caterina

8) Forse non tutti sanno che oltre ad essere una fortissima atleta hai anche portato avanti un’eccellente carriera accademica. Vuoi raccontarci dei tuoi studi e come hai fatto a conciliarli con lo sport?

Fino all’anno scorso coinciliavo il Sup ed il Windsurf col dottorato di ricerca, su cui ho lavorato per 4 anni facendo ricerca in università su particolari tecnologie per energie rinnovabili. Questi anni sono stati un po’ duri, perchè non riuscivo mai a dedicarmi pienamente agli allenamenti e alle gare, ma mi hanno aiutato a sapermi organizzare e sfruttare al meglio il tempo libero. Mi allenavo prima di entrare in università e cercavo di finire in tempo per poter fare un secondo allenamento al pomeriggio. Penso che in uno sport non ancora troppo professionale come il Sup, sia importante imparare a gestire due lavori alla volta.

La gara sprint di El Salvador 2019

9) Sta per iniziare questa nuova stagione 2020, in quali gare ti potremo vedere? Hai qualche competizione speciale a cui stai puntando o a cui vorresti semplicemente partecipare?

Quest’anno penso che parteciperò di nuovo all’Euro Tour (leggi qui ilcalendario Euro Tour 2020), inizierò il tour ai primi di maggio e farò 6 o 7 tappe. Inoltre quest’anno vorrei partecipare all’APP World Tour(leggi qui il calendario App World Tour). Non so ancora di preciso se e quali tappe, ma cercherò di farne almeno 3 o 4. E farò qualche tappa della Fisw in Italia. E poi a fine anno vedremo per i mondiali ISA, ma intanto fino a novembre c’ho un bel calendario pieno.

La corsa sulla spiaggia di Caterina che è valsa il bronzo

 

10) Cate, grazie davvero molto per il tuo tempo e la tua disponibilità. Come ultima domanda, visto che in questo 2020 inizia un nuovo decennio e che nel decennio 2010-20 il sup è nato e cresciuto molto, vorremmo sapere da te come ti immagini (o come vorresti vedere) il sup tra 10 anni?

Il Sup fra 10 anni mi auguro che sia più praticato e che ci sia ancora più appoggio dalle federazioni e dagli sponsor, per permettere ai giovani di oggi che vogliono fare gare di praticarlo a livello professionistico. Al di là delle gare, penso che il Sup continuerà a crescere sia nel race che nel wave e che vedremo sempre più persone praticarlo, vista la sua versatilità e semplicità.

 

Un saluto da Caterina e da Sup News Mag per un eccellente 2020

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