Suppista of the week: Riccardo Rossi

 


La stagione 2020 sta volgendo al termine e quindi è tempo di consuntivi. Secondo al campionato Italiano race. Risultato ottimo. Peccato che nella technical del sabato hai vinto con oltre 40 secondi di vantaggio, ma sei stato retrocesso al secondo posto per una penalità. POtresti raccontarci cosa è successo?

Purtroppo ho avuto una distrazione durante lo skipper meeting. Forse ero troppo in tensione per la gara dal momento che la technical race è la gara per la quale mi reputo più preparato e sono abituato a partire al 100 per cento ed arrivare al 110 per cento. Durante la gara il ragazzi alle mie spalle Davide Alpino e Giordano Bruno Capparella hanno provato ad avvisarmi urlandomi che c’erano state delle correzioni al percorso, ma io ero troppo concentrato a mantenere la mia posizione e non ho saputo cogliere questi aiuti. Se avessi mantenuto il primo posto anche sul podio, sommandolo al terzo posto della gara della long distance di domenica (che ha visto un “guess who’s back” di Federico Esposito che ha vinto la gara) e sommando i punteggi avrei potuto portare a casa il titolo di campione Italiano. Dagli errori si impara e da questo ho avuto una forte lezione.



Il Tuo miglioramento è stato notevole e sicuramente frutto di un intenso lavoro. Su cosa ti sei concentrato e quali materiali hai utilizzato per raggiungere questo risultato?

 

Nella sfortuna del lockdown di Marzo 2020 che mi ha impedito di poter allenarmi in mare, sono stato fortunato ad abitare fuori città e ho avuto la possibilità di poter correre in mezzo alla campagna. Inoltre avendo un po’ di spazio in casa ho allestito una mini palestra con lo stretto indispensabile per aumentare un pò la forza e tenermi pronto a tornare di nuovo in mare. Così quando il 4 Maggio è arrivata la comunicazione che solo gli atleti di livello Nazionale potevano praticare l’attività in mare, mi ha contattato la Federazione rilasciandomi il nulla osta per allenarmi. Finalmente dopo due mesi fuori dall’acqua ho potuto tornare a remare lungo le coste Piombinesi. Il 6 Maggio sono andato a Livorno a prendere il nuovo Infinity SUP Whiplash 14×21 che ancora oggi accompagna i miei allenamenti e mi trasmette sempre una sensazione di leggerezza sotto i piedi e di grande forza. Ma devo ringraziare anche al mio coach di fiducia Federico Esposito, che riesce a stimolarmi sempre e portandomi a girare sempre al massimo durante gli allenamenti.



A tuo parere  il fatto che gli shape delle tavole Infinity resterà pressoché identica anche per il 2021 potrà’ esserti di aiuto per affrontare la prossima stagione?

Credo che da una parte questo sia un bene, perché avrò la possibilità di capire ancora di più i pregi e i difetti di questo Whiplash 14’x21”, che è una tavola molto tecnica e dal potenziale eccezionale. Ormai sono già 6 mesi che mi ci alleno e l’ho usata anche nelle poche gare a cui ho partecipato quest’anno, ma tutte le volte che ci salgo sopra scopro sempre qualcosa di nuovo e di positivo. Pur essendo un 21” di larghezza, ritengo che sia una tavola stabile, ma anche molto reattiva in determinate condizioni.



Ti abbiamo visto concentrare le tue attenzioni sul Whiplash 14×21 anche se hai potuto sfruttare le doti del Blackfish durante la finale di campionato. Potresti spiegarci cosa ti porta scegliere l’una al posto dell’altra

 

Durante le due gare del Campionato Italiano ho preferito rinunciare al Whiplash e ho gareggiato con il nuovo Blackfish 14×23 Dugout. In base alle condizioni del mare decido se usare il Whiplash o il Blackfish, per una questione di shape. Quando ho preferito non gareggiare con il Whiplash le condizioni erano con onda proveniente da diverse direzioni incrociate e sentivo di aver bisogno di un pò più di stabilità per concentrare tutte le mie forze sulla pagaiata senza disperdere energie sull’equilibrio per rimanere in piedi sulla tavola. Sono uscito un po’ con tutte le condizioni marine con il Whiplash, ma se il mare è troppo formato, essendo una tavola da acqua piatta, non riesci a fare esprimere tutto il suo potenziale in gara.



A livello di pagaie usi da sempre Quickblade. Abbiamo notato che prima usavi la Vdrive, mentre adesso la nuova UV. Quali sono le differenze e qual è la tua dimensione preferita?

 

Sicuramente la differenza è molta. Innanzitutto la dimensione della pala è molto differente, la mia ex Vdrive ere 82 mentre la UV che sto attualmente usando è 88. Il paolo dell UV è un pò meno flessibile rispetto a quello della Vdrive, anche per via della forma ovale e non round. Da poco ho preso pure la UV misura 82 che uso principalmente in condizioni di mare e di vento forte, perché con una pala più piccola ti puoi permettere di avere una frequenza di colpi un pò più alta in upwind e in questo modo stancare meno le spalle.



Sappiamo che nella tua preparazione curi molto sia la parte tecnica che fisica: puoi raccontarci come fai ad essere sempre al massimo in vista delle gare che contano?

 

Ho preparato dei piani di allenamento che seguo e che adatto in base al periodo della stagione sportiva, ovviamente il carico di allenamenti viene fatto durante la stagione invernale in assenza di gare per poi avvicinarsi al periodo estivo ed entrare in un percorso di mantenimento del carico fatto durante l’inverno ed arrivare ad ogni gara nel top della forma. Inoltre curo la mia alimentazione limitando l’abuso di troppi dolci e mangiando sempre ad ogni pasto frutta e verdura.


I maestri del Shaka Sup & Surf School in azione – © maximiliano_alberti_photo

Hai sempre avuto grande attenzione per la promozione di questo sport e da quest’anno hai aperto una scuola federale dedicata. Quali sono i tuoi obiettivi e su cosa bisognerebbe lavorare per far crescere bene dalle basi questo sport?

 

Sì, quest’anno come già citato ho aperto la ASD SHAKA SUP&SURF SCHOOL con l’obiettivo di condividere con le persone la passione per questo bellissimo sport e soprattutto la passione che ho per il mare. Un’altro obiettivo che mi sono posto è quello di riuscire a crescere una squadra agonista di piccoli paddlers con la mia stessa passione in modo tale da creare un futuro per questo sport quando anche io, un giorno, smetterò di fare gare e mi limiterò a fare delle cruising col gonfiabile!

Credo che anche la Federazione dovrebbe incrementare il lavoro sulle giovani promesse di questo sport perché loro sono il futuro e se vogliamo far in modo che questo sport cresca, ognuno di noi paddlers deve riuscire a condividere con le altre persona la passione che ci accomuna ovvero quella del “Mare”.


Giovani leve in azione alla Etrusca SUP Race 2020

Secondo te, i format di gara Italiani rispecchiano le esigenze delle varie fasce di eta’ oppure si potrebbe fare qualcosa di più?

 

Penso che la Federazione dovrebbe organizzare durante le competizioni ufficiali, prima la gara delle giovani promesse con format di percorsi brevi, tutti con tavola da 10’6” piedi, in modo tale che gli atleti più forti possano incitare e supportare questi ragazzi, dato che alcuni di loro sono gli allenatori di questi giovani paddlers e in questo modo metterli di più al centro dell’attenzione e stimolarli a continuare a gareggiare. Solo dopo dovrebbe svolgersi la gara dei pro, con tavole 14 piedi dato che anche l’ISA riconosce la classe 14 come la “Classe regina”, questo serve anche ai piccoli per vedere il loro coach/idolo gareggiare e imparare da loro.



Qual è secondo te il più’ forte di tutti?

 

Ho vari idoli nel mondo dello Stand Up Paddle, fortunatamente ho avuto la possibilità di conoscere alcuni di loro e scambiarci anche qualche parola. Tra tutti penso che Casper Steinfath sia la persona che posso chiamare mio Idolo. Il più forte di tutti lo sappiamo benissimo chi è e il suo nome è Michael Booth, che ha rastrallato una serie di titoli e di gare importanti negli ultimi anni e tipo il Circuito  Europeo dello scorso anno.


©maximiliano_alberti_photo

Facciamo un gioco: sali sulla macchina del tempo e ti ritrovi ad agosto 2024, dove vorresti essere?

 

Sarebbe davvero bello avere una macchina del tempo! Vorrei trovarmi sulla line up delle Olimpiadi France 2024 a rappresentare la mia Italia, pronto a dare il massimo per portare al primo posto il tricolore. Le Olimpiadi sono il sogno di qualunque sportivo e darò il massimo per realizzare questo sogno! Ma adesso dobbiamo solo pensare a uscire da questa pandemia e nel frattempo continuare a remare ed a allenarsi come matti. Paddle like a freak!


©maximiliano_alberti_photo

©maximiliano_alberti_photo

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *